Caffè con l’avvocato

Oggi trattiamo i casi di abusi familiari e violenza domestica, concentrandoci, in particolare, sulle tutele per le vittime di queste situazioni.

Quando il coniuge o un altro convivente, come un genitore o un figlio, pone in essere una condotta che può causare grave pregiudizio all’integrità fisica o morale dell’altro coniuge o convivente, la vittima può fare ricorso innanzi al Giudice civile per ottenere il c.d “ordine di protezione contro gli abusi familiari”. Si tratta di casi in cui vi sono azioni reiterate e ravvicinate nel tempo, violente sia fisicamente che psicologicamente, che possono consistere in umiliazioni o aggressioni finalizzate alla sopraffazione del familiare debole. In questi casi il Giudice può ordinare la cessazione della condotta e l’allontanamento dalla casa familiare del coniuge o di altro convivente che sia causa del grave pregiudizio all’integrità fisica o morale altrui. Il Giudice, può sentire le parti o le persone che sono a conoscenza del fatto e può inoltre, disporre le indagini per vedere se, in base ai redditi delle parti, chi ha subito violenza può avere un sostegno economico.

Attenzione: questa condotta non si esaurisce nel solo ambito civile ma coinvolge anche quello penale, il quale prevede conseguenze più aspre soprattutto dopo l’entrata in vigore nel 2019, del c.d “Codice Rosso”. Detto codice si sostanzia in una legge volta a rinnovare la disciplina penale e processuale della violenza domestica e di genere, inasprendone le conseguenti sanzioni e prevedendo una corsia preferenziale per le indagini.

Come si procede? La polizia giudiziaria acquisita la notizia di reato di violenza di genere o domestica, la riferisce immediatamente al pubblico ministero, il quale, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, ascolta e assume informazioni dalla persona offesa o da chi li ha denunciati. In questo modo il pubblico ministero potrà valutare fin da subito se sussistono gli estremi per chiedere al Giudice l’emissione di una misura cautelare.

Il Codice Rosso ha portato anche inasprimenti per le pene già previste nel nostro codice. Ad esempio il reato di maltrattamenti familiari è oggi punito con una pena da tre a sette anni, anziché da due a sei come in precedenza. Inoltre, è stata modificata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, attraverso la previsione di nuove procedure di controllo. A tal proposito, una importante novità è il braccialetto elettronico indossato da coloro che hanno ricevuto l’ordine di allontanamento e di divieto di avvicinamento.

 

Avv. Aurora Cini e Avv. Michela Sbragi

 

Gli altri video


Cosa succede se un reato viene commesso da un minorenne? Qual è il Tribunale competente a giudicarlo? Esiste...

leggi tutto