Può il datore di lavoro utilizzare agenzie investigative per controllare il suo dipendente?
Se l’imprenditore sospetta che il dipendente lavori per altri soggetti, ad esempio durante la malattia, può legittimamente investigare sul fatto, a patto che l’operazione sia finalizzata a individuare comportamenti illeciti che esulano dalla normale attività lavorativa (anche se posti in essere nel luogo di lavoro o durante l’orario di lavoro).
Esempi concreti possono essere: l’appropriazione indebita, l’ammanco di denaro, l’utilizzo indebito della malattia, la falsa attestazione per gonfiare rimborsi spese.
In queste situazioni il datore di lavoro ha un vero e proprio diritto alla prova. La Cassazione ha confermato la liceità delle attività di investigazione finalizzate alla tutela del diritto che si assume violato dal dipendente infedele.
Per l’incarico a un’agenzia di investigazione non si presuppone nemmeno che l’illecito sia già commesso ma è sufficiente il sospetto o l’ipotesi che l’illecito sia in corso di esecuzione. L’imprenditore può dunque utilizzare a pieno questa possibilità, come efficace strumento di difesa in caso di illecito.