Caffè con l’avvocato

Sentiamo spesso parlare del risarcimento dovuto al dipendente quando il datore di lavoro l’abbia licenziato in modo ingiusto o se ne abbia causato l’infortunio sul lavoro. 

Ma è possibile che anche il lavoratore sia chiamato a rispondere dei danni che abbia eventualmente causato all’azienda? La risposta è si, perché anche nei rapporti di lavoro subordinato l’inosservanza dei doveri di diligenza da parte del prestatore di lavoro comporta non solo l’applicazione di sanzioni disciplinari ma anche l’obbligo di risarcimento del danno per responsabilità contrattuale. Se questo è evidente quando il dipendente abbia tenuto una condotta dolosa, ovvero quando abbia intenzionalmente danneggiato il proprio datore di lavoro, commettendo reati come l’appropriazione indebita o il peculato, il risarcimento può scattare anche in caso di condotta colposa. La colpa del dipendente si riscontra in caso di comportamento negligente, imprudente o non rispettoso delle direttive del datore di lavoro. Tutti casi che possono essere fonte di responsabilità. 

Un esempio concreto è quello di un autista che lascia incustodito il furgone aziendale carico di merci da consegnare che vengono successivamente rubate. Anche se l’azienda è stata vittima di un furto, la condotta del dipendente ha agevolato in modo decisivo l’accaduto e quindi il dipendente dovrà risarcire il danno al datore di lavoro. La diligenza del dipendente è valutata sia tenendo conto della qualifica che riveste sia della natura e difficoltà delle mansioni che gli vengono affidate. 

Avv. Gaia Fratini

Gli altri video


Oggi trattiamo i casi di abusi familiari e violenza domestica, concentrandoci, in particolare, sulle tutele...

leggi tutto

Cosa succede se un reato viene commesso da un minorenne? Qual è il Tribunale competente a giudicarlo? Esiste...

leggi tutto