Caffè con l’avvocato

Il nuovo Codice della Crisi d’impresa. Più che possibilità, tanti nuovi limiti.

Il Nuovo Codice della Crisi d’impresa ha ampliato pesantemente i confini della responsabilità degli amministratori e degli organi di controllo delle società di capitali, introducendo addirittura nuove forme e figure di responsabilità dei soci. Alcuni commentatori hanno ritenuto tale ampliamento così invasivo da aver di fatto annullato il principio della limitazione della responsabilità nelle società di capitali.

Per la verità tale disciplina segue un triste orientamento ormai pressoché consolidato della giurisprudenza circa le responsabilità degli amministratori che vengono tanto estese da essere configurate anche in situazioni sorprendenti (il caso di Moretti, amministratore delegato di F.S., ne è stato l’esempio più emblematico).

Inoltre questa legge, con l’entrata in vigore delle normative per la nomina del revisore, vorrebbe demandare la funzione di controllo delle società ad una particolare categoria professionale, quella dei commercialisti. Tale funzione dovrebbe rimanere invece in capo allo Stato, non ai professionisti.

Fare impresa in Italia è sempre più difficile e queste ne sono le riprove.

Come difendersi?

E’ necessario prima di tutto essere consapevoli del problema e, quindi, è importante che gli imprenditori si documentino con i loro professionisti di riferimento.

Le tutele devono riguardare tre livelli e, cioè, la governance, l’azienda ed il patrimonio personale. Tutti e tre tali fondamentali aspetti della vita delle società e degli amministratori devono essere visti e valutati alla luce della nuova normativa che impone seria attenzione.

Stefano Tenti

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